Nuova edizione - n° 27 del 13 ottobre 2008
Dopo gli Stati Generali: nuovi scenari per la comunicazione pubblica

Si sono conclusi gli Stati Generali della Comunicazione Pubblica in Italia e in Europa.
Saremmo tentati di dire che la manifestazione è andata  oltre ogni più rosea previsione se non ci trattenesse il tempo in cui viviamo. Un tempo in cui "qualità" troppo spesso è costretta a fare rima con "quantità" e le nostre caselle di posta elettronica sono inondate da messaggi di illustri sconosciuti che invitano i "cari colleghi" a partecipare a manifestazioni il cui successo è stato annunciato da mesi.

Cerchiamo quindi altri parametri e altri elementi  di valutazione per fare un bilancio delle tre giornate bolognesi.
Cominciando da un impegno reciprocamente condiviso per un rinnovato rapporto tra la comunicazione pubblica e il sistema universitario presente al gran completo grazie al sesto incontro nazionale promosso da Comferenza-Conferenza nazionale delle Facoltà e dei Corsi di Laurea in Scienze della Comunicazione svoltosi in collaborazione con le rappresentanze e le associazioni degli studenti. Questi ultimi hanno partecipato numerosissimi alle iniziative previste a conferma che la comunicazione pubblica può già contare su energie ed entusiasmi nuovi e che il tempo di certi personaggi che si comportano come il monumento di loro stessi è inevitabilmente al tramonto.

Poi la definitiva presa d'atto dei tanti colleghi che lavorano nelle Istituzioni che la via maestra da percorrere nei prossimi mesi dovrà essere quella del riconoscimento della professione di comunicatore pubblico. Ponendo così un punto fermo alla cultura" tuttologica" (chiunque può fare qualunque cosa)  che in questi anni ha rappresentato uno degli ostacoli principali all'attuazione della Legge 150.

Infine la conferma che i nostri colleghi europei si muovono sulla nostra stessa linea strategica e per gli stessi obiettivi.

Tutto questo ed altro ancora ha trovato la sua definizione in un documento conclusivo che la nostra Associazione approverà nel prossimo consiglio nazionale e porterà alla discussione e, ci auguriamo, alla condivisione  delle altre associazioni del settore.

Il documento suddiviso in aree di intervento ( Cittadinanza, Servizi di comunicazione, Formazione, Innovazione e ICT, Professioni ed Europa) il cui testo integrale verrà pubblicato sul sito dell'Associazione, segna un ulteriore impegno nella nostra azione per affermare una vera cultura della comunicazione.
Sottolinea l'esigenza di rafforzare la rete di alleanze e indica gli obiettivi da raggiungere per l'intero movimento che dovrà misurarsi su alcune questioni fondamentali: una più articolata politica di alleanze, un rapporto più stretto con le Università, un riconoscimento professionale per tutti coloro che operano e opereranno nell'informazione e nella comunicazione pubblica.

Anche per questo a Bologna è stata lanciata una campagna straordinaria di adesione all'Associazione riservata agli studenti universitari dal titolo "Dieci euro per il tuo futuro" e, allo stesso tempo, si è attivato l'Osservatorio sui processi di riforma della pubblica amministrazione.

Ancora una volta, abbiamo preferito alla politica delle parole quella dei fatti.
Ci è parso questo il modo migliore per rispondere positivamente all'invito a collaborare con tutti gli innovatori che il ministro Renato Brunetta ci ha rivolto nel suo messaggio di saluto.

Gli Stato Generali della Comunicazione Pubblica  quindi, sono stati un successo?
I successi è buona norma non sottoporli ad autocertificazione.
Ma certamente il segnale partito da Palazzo Re Enzo è quello di una Associazione che propone e lavora assieme a un movimento che cresce non più attorno a scenari futuribili ma a realtà concrete e per risultati finalmente alla portata di tutti i comunicatori pubblici.




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