Nuova edizione - n° 27 del 13 ottobre 2008
Le nuove tecnologie: promessa o realtą?

È una interessante prospettiva da cui scattare uno fotografia sull'attuale ed effettivo ruolo delle nuove tecnologie nelle P.A. il dibattito "Verso la nuova Pubblica Amministrazione: dal modello burocratico-organizzativo al modello tecnologico e comunicazionale".

Come detto da Michele Morciano, economista e presidente dell'Osservatorio sulle riforme della P.A. di "Comunicazione Pubblica", l'obiettivo dell'incontro è quello di riconciliare le tecnologie ai modelli burocratici. In un recente passato si è rischiato di rimanere intrappolati nell'illusione che la tecnologia fornisse una scorciatoia per arrivare alla tanto attesa riforma della Pubblica Amministrazione : "La spinta tecnologica da sola non è in grado di fare tanto - ha spiegato Marciano - ma sicuramente il suo impiego strategico può contribuire a creare un nuovo modello burocratico efficiente, che sappia coinvolgere il cittadino".

Dalla definizione del primo documento informatico e della firma digitale, che ha visto l'Italia tra i primi paesi a teorizzarla ma tra gli ultimi ad utilizzarla, all'istituzione di appositi organismi istituzionali, come il Cnipa (Centro nazionale per l'Informatica nella P.A.), il percorso si è sviluppato fino ad arrivare al Codice dell'amministrazione digitale nel 2005, che ha indicato chiaramente diritti e doveri, oggi rischia di rimanere una promessa non ancora realizzata.

Gli interventi di Floretta Rolleri del Cnipa, Pieraugusto Pozzi e Giorgio Pacifici, rispettivamente segretario generale e presidente del FTI (Forum per la Tecnologia dell'Informazione), hanno messo a fuoco questi aspetti, evidenziando eccellenze e criticità. Tra le principali: il lento processo di formazione del personale dipendente delle P.A. e la mancanza di adeguati monitoraggi sulla realizzazione dei progetti degli enti che, in questi ultimi anni, sono stati comunque numerosi. Per riformare il modello burocratico, che ancora oggi trascina alcuni problemi ereditati dal passato, occorre dunque una comunicazione trasparente, aperta al cittadino e globale. E le tecnologie, secondo tutti i relatori, devono essere utilizzate in modo strategico.
Ha chiuso i lavori il contributo di Fabio Fregi, direttore divisione Public Sector Microsoft Italia.




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