Nuova edizione - N° 285 del 17 dicembre 2018
Crisi in Francia. Crisi delle fonti!

"Pour espérer surmonter la crise qui ébranle le pays, puor échapper à la vindicte dont il est désormais al cible, Emmanuel Macron doit changer. Changer de ton, d'allure, de méthode, de stratégie même". Così Gérard Courtois, editorialista di "Le Monde" ha scritto l'11 dicembre scorso, l'indomani del discorso che il presidente francese ha rivolto alla nazione per rispondere alla protesta dei "Gillet gialli".

Nella nota ufficiale, l'ufficio di comunicazione dell'Eliseo ha voluto diffondere un messaggio che potesse interpretare la volontà del presidente e illustrare, così, le misure decise per il 2019: "Fare di questa rabbia un'opportunità".

Non ci interessa, in questa sede, entrare nel merito del dibattito francese. Ma rileviamo che sul fronte della comunicazione, la pressione dei media tradizionali e soprattutto delle piattaforme social ha notevolmente amplificato, e forse distorto, il contenuto della protesta/proposta dei "Gillet gialli".

Come "Compubblica" abbiamo fatto una ricerca su Facebook, ed è emerso che sono stati una quarantina le pagine e i gruppi creati in occasione della contestazione francese. Nessuna è però stata verificata. Molte, anche su Twitter, le opinioni contrapposte.
Eppure le fonti sono fondamentali se ci si vuole avvicinare alla verità, anche quella della cronaca, sempre più "punto di vista" dell'uno o dell'altro organo d'informazione.
CT




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