Nuova edizione - N° 373 del 11 gennaio 2021
Da "Compubblica" un NO deciso contro il tentativo di colmare le criticità gestionali dell'INPGI con una toppa giuridicamente insostenibile e socialmente inaccettabile

Da Conte un pericoloso teorema che non sta in piedi. Il Governo contro i diritti dei cittadini a una comunicazione pubblica.

Pericolose e sintomatiche di quanto il tema sia trascurato dal Governo sono le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno sul dirottamento dei contributi previdenziali dei comunicatori come soluzione per colmare il baratro economico-finanziario dell'INPGI. Consapevoli del valore del ruolo dei giornalisti dentro e fuori la Pubblica Amministrazione come watchdog del potere, i comunicatori pubblici italiani guardano con solidale preoccupazione alle vicende dell'Istituto previdenziale dei giornalisti, auspicando una soluzione solida e definitiva nell'alveo dei diritti costituzionali e del nostro ordinamento. Pur tuttavia è evidente il tentativo - nell'incapacità di andare alle cause del problema e trovando soluzioni concrete e stabili - di colmare le criticità gestionali dell'INPGI con una toppa giuridicamente insostenibile e socialmente inaccettabile: un pericoloso teorema che non sta in piedi.  

Le parole del presidente Conte manifestano inoltre – per quanto attiene al ruolo della comunicazione pubblica – la disattenzione radicata della politica verso quello che il presidente Mattarella ha invece più volte e in più occasioni evidenziato come un "un vero e proprio servizio che le Amministrazioni pubbliche rendono ai cittadini. Tale forma di comunicazione non ha un carattere unidirezionale ma è, al contrario, fortemente interattiva, rappresentando la strada maestra per superare ogni tentazione autoreferenziale da parte delle amministrazioni".  

L'Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale, nata trent'anni fa per contribuire alla modernizzazione del Paese e per dare alle cittadine e ai cittadini Istituzioni dialoganti, inclusive, trasparenti, chiede un incontro pubblico urgente al presidente del Consiglio dei Ministri e con i Ministri titolari delle deleghe coinvolti nella vicenda, per bloccare immediatamente questa sciagura che, peraltro, non fonda su una ordinata e organizzata identificazione dei comunicatori pubblici all'interno della PA. Abbiamo chiesto da tempo un censimento analitico dei comunicatori all'interno della Pubblica Amministrazione, in cui, peraltro, la legge che disciplina ruolo, funzioni, competenze e formazione dei comunicatori pubblici è ancora largamente disattesa. "Compubblica" fa inoltre appello a tutte le forze politiche e sociali per sostenere - nei fatti - il primato della comunicazione e dell'informazione pubblica rispetto alla propaganda, al fine di scongiurare che nella Legge di Bilancio o in qualche altro provvedimento venga infilato qualche comma o qualche articolo volto a demolire – come nel caso dello scippo dei contributi dalle casse dell'INPS verso l'INPGI o con la nascita di nuove fantasiose categorie professionali – il diritto dei cittadini a essere informati e in relazione con le Istituzioni.  

Da civil servant difenderemo in tutte le sedi e con ogni strumento il valore democratico della comunicazione e dell'informazione pubblica in ossequio ai principi espressi dalla nostra Costituzione e dai trattati dell'Unione Europea.

Un Paese che non investe nella relazione tra cittadini e Istituzioni è un Paese in cui i valori democratici sono in grave pericolo. 

 




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