Nuova edizione - N° 154 del 27 giugno 2011
Italiani individualisti


Da un'indagine appena realizzata dal Censis emerge il senso della relatività delle regole tra gli italiani e il tentativo di legittimare le pulsioni. È diffuso il sentimento autoreferenziale per cui ognuno è l’arbitro unico dei propri comportamenti: è questa l’opinione dell’85,5% degli italiani. Inoltre, si ritiene che le regole possano essere aggirate in molte situazioni. Nel divertimento è ammessa la trasgressione soprattutto dai più giovani (il 44,8%). Si crede che, quando è necessario, bisogna difendersi da sé anche con le cattive maniere (il 48,6%, quota che sale al 61,3% tra i residenti nelle grandi città). Per raggiungere i propri fini bisogna accettare i compromessi secondo il 46,4%. Si può essere buoni cattolici anche senza tener conto della morale della Chiesa in materia di sessualità per il 63,5% (dato che sfiora l’80% tra i più giovani).

La caduta dei filtri sociali si rileva in una molteplicità di comportamenti sempre più diffusi. Aumentano le forme di violenza in cui è forte la componente pulsionale della perdita di controllo e dell’aggressività. Tra il 2004 e il 2009 le minacce e le ingiurie sono aumentate del 35,3%, le lesioni e le percosse del 26,5%, i reati sessuali sono passati da 4.454 a 5.625 (+26,3%).
Anche le forme di dipendenza conoscono oggi una innovazione delle fenomenologie. Se diminuisce in generale il consumo di sostanze stupefacenti (tra il 2008 e il 2009 i consumatori sono calati del 25,7%, passando da 3,9 milioni a 2,9 milioni circa), la pericolosità sociale del consumo di droghe non sembra diminuire: aumentano infatti le persone prese in carico nei Sert per dipendenza da cocaina (+2,5%). E sono in crescita i giovani consumatori a rischio di bevande alcoliche: dal 2009 al 2010 passano dal 14,9% al 16,6% nella fascia di 18-24 anni.

C’è poi la pulsione a una relazionalità virtuale. Gli italiani sono tra i maggiori frequentatori dei social network. Dal settembre 2008 al marzo 2011 gli utenti di Facebook sono passati da 1,3 milioni a 19,2 milioni. Ogni utente trascorre su Facebook mediamente 55 minuti al giorno, è membro di 13 gruppi, e ogni mese posta 24 commenti, invia 8 richieste di amicizia, diventa fan di 4 pagine e riceve 3 inviti ad eventi.
La dimensione più narcisistica delle pulsioni è legata al bisogno di apparire. Nel 2010 sono stati circa 450.000 gli interventi di chirurgia estetica effettuati in Italia. Anoressia e bulimia sono le prime cause di morte tra le giovani di 12-25 anni, e ne sono colpite circa 200.000 donne.

La dimensione più distruttiva delle pulsioni si riscontra nel progressivo crescere delle forme di depressione. Il consumo di antidepressivi è emblematico: le dosi giornaliere sono più che raddoppiate dal 2001 al 2009, passando da 16,2 a 34,7 per 1.000 abitanti (+114,2%).
“Quella che stanno vivendo gli italiani, è una crisi antropologica – ha affermato il presidente del Censis Giuseppe De Rita durante la sua prolusione – c'é un eccesso di individualismo nella società che resterà anche dopo la fine del berlusconismo: l'unica speranza è il ritorno del rapporto tra moralità e peccato e la fine del pensiero secondo cui ci sono solo io e l'altro non esiste. Il berlusconismo siamo stati noi, abbiamo determinato noi l'individualismo, che ora si rivela una realtà da curare”.




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