Nuova edizione - N° 187 del 3 ottobre 2016
I media digitali tra élite e popolo

Prosegue con la tredicesima edizione del Rapporto sulla comunicazione Censis-Ucsi, presentato di recente, il monitoraggio dei consumi dei media, misurati nella loro evoluzione dall'inizio degli anni 2000, e l'analisi dei cambiamenti avvenuti nelle diete mediatiche degli italiani.
Nel Rapporto viene descritta la trasformazione che ha posto l'io-utente al centro del sistema, approfondendo i processi di personalizzazione e disincronizzazione dei palinsesti collettivi, le implicazioni dell'ingresso nell'era biomedica, l'avvio del ciclo della economia della disintermediazione digitale.

Alcuni fra i principali risultati:

Nuovo record per Internet: il 73,7% degli italiani sul web
La penetrazione di Internet aumenta di 2,8 punti percentuali nell'ultimo anno e l'utenza della erte tocca un nuovo record, attestandosi al 73,7% degli italiani (e al 95,9%, cioè praticamente la totalità, dei giovani under 30). Mentre diminuiscono gli utenti dei telefoni cellulari basic, in grado solo di telefonare e inviare sms (-5,1% nell'ultimo anno), continua la crescita impetuosa degli smartphone, utilizzati dal 64,8% degli italiani (e dall'89,4% dei giovani di 14-29 anni): +12% di utenza complessiva in un anno, una crescita superiore a quella di qualsiasi altro mezzo.
Boom dei consumi tecnologici anche negli anni della crisi: +190%
L'andamento della spesa per consumi delle famiglie conferma il trend anticiclico dei consumi tecnologici in un decennio caratterizzato da una lunga e profonda recessione. Tra il 2007 (l'anno prima dell'inizio della crisi) e il 2015, mentre i consumi generali flettevano complessivamente del 5,7% in termini reali, decollava la spesa per acquistare apparecchi telefonici (+191,6%, per un valore di 5,9 miliardi di Euro nell'ultimo anno) e computer (+41,4%), seppure i servizi di telefonia si riassesttavano verso il basso per effetto di un riequilibrio tariffario (-16,5% negli otto anni, per un valore però superiore a 16,6 miliardi di Euro) e, infine la spesa per i libri e giornali si riduceva del 38,7%.
Social network e piattaforme on line indispensabili nella nostra vita quotidiana
Facebook è il social network più popolare: è usato dal 56,2% degli italiani (il 44,3% nel 2013), raggiunge l'89,4% di utenza tra i giovani under 30 e il 72,8% tra le persone più istruite, diplomate e laureate. L'utenza di YouTube è passata dal 38,7% del 2013 al 46,8% del 2016 (fino al 73,9% tra i giovani). Instagram è salito dal 4,3% di utenti del 2013 al 16,8% del 2016 (e il 39,6% dei giovani). E WhatsApp nel 2016 è usato dal 61,3% degli italiani (l'89,4% dei giovani).
I media digitali tra élite e popolo
Le ultime tendenze indicano che gli strumenti della disintermediazione digitale si stanno infilando come cunei nel solco della divaricazione scavato tra élite e popolo, prestandosi all'opera di decostruzione delle diverse forme di autorità costituite, fino a sfociare nelle mutevoli forme del populismo che si stanno diffondendo rapidamente in Italia e in Occidente. Si tratta di una sfiducia, nelle classi dirigenti al potere e in Istituzioni di lunga durata, che oggi si salda alla fede nel potenziale di emancipazione delle comunità attribuito ai processi di disintermediazione resi possibili dalla rete. Si sta così radicando un nuovo mito fondativo della cultura web: la convinzione che il lifelogging, i dispositivi di self-tracking e i servizi di social networking potranno fornire risposte ai bisogni della collettività più efficaci, veloci, trasparenti ed economiche di quanto finora sia stato fatto.
La frattura generazionale: giovani e anziani sempre più lontani
Tra i giovani under 30 la quota di utenti della rete arriva al 95,9%, mentre è ferma al 31,3% tra gli over 65. L'89,4% dei primi usa telefoni smartphone, ma lo fa solo il 16,2% dei secondi. L'89,3% dei giovani è iscritto a Facebook, contro appena il 16,3% degli anziani. Il 73,9% dei giovani usa YouTube, come fa solo l'11,2% degli ultrasessantacinquenni. Oltre la metà dei giovani (il 54,7%) consulta i siti web di informazione, contro appena un anziano su dieci (il 13,8%). Il 37,3% dei primi ascolta la radio attraverso il telefono cellulare, mentre lo fa solo l'1,2% dei secondi. E se un giovane su tre (il 36,3%) ha già un tablet, solo il 7,7% degli anziani lo usa. Su Twitter poi c'è un quarto dei giovani (il 24%) e un marginale 1,7% degli over 65.
I nuovi motori del consumo dei media: le donne
Nel 2016 al tradizionale predominio delle donne nella lettura di libri (lo fa il 55,4% rispetto al 38,5% degli uomini), settimanali (rispettivamente il 32,8% delle prime e il 25,3% dei secondi) e mensili (il 27,9% e il 21,2%), si è aggiunto il primato femminile anche nell'uso di Internet, dove c'è stato il sorpasso delle donne sugli uomini: il 74,1% di utenza tra le prime (erano al 43,2% nel 2011) rispetto al 73,2% riferito ai secondi.
Tv e radio godono di ottima salute
La televisione continua ad avere un pubblico coincidente con la quasi totalità della popolazione: il 97,5% degli italiani. I telespettatori aumentano ancora (+0,8% nell'ultimo anno), soprattutto quelli della tv digitale terrestre (+1,5%) e satellitare (+1%), mentre gli utenti delle diverse forme di tv via Internet (la web tv attraverso il pc e la smart tv) si attestano al 24,4% e quelli della mobile tv all'11,2%.
I mezzi di informazione in transizione
I quotidiani cartacei perdono lettori, sono il 40,5% degli italiani (-1,4% nell'ultimo anno, -26,5% complessivamente nel periodo 2007-2016). Mentre continua ad aumentare l'utenza dei quotidiani on line (+1,9% nell'ultimo anno) e degli altri siti web di informazione (+1,3%). Mantengono i propri lettori settimanali (+1,7%) e i mensili (+3,9%), ma non i libri cartacei (-4,3% nell'ultimo anno, con una quota di lettori diminuiti al 47,1% degli italiani), ancora non compensati dai lettori di e-book, che aumentano dell'1,1% nell'ultimo anno, ma si attestano solo al 10% della popolazione.

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