Cnel: la qualità dei servizi pubblici
Una P.A. in movimento "grazie al graduale diffondersi dei processi di digitalizzazione all'interno dell'Amministrazione pubblica", però ancora troppo appesantita da "una eccessiva complessità di regole e di percorsi procedurali che si traducono non solo in meri aspetti di inefficienza della gestione amministrativa ma, soprattutto, in oneri significativi sulla vita delle imprese e dei cittadini".
"Sui servizi pubblici, cittadini e imprese si aspettano esperienze simili a quelle offerte dalle grandi piattaforme digitali con cui interagiscono quotidianamente".
Sono, in grande sintesi, alcuni dei dati della "Relazione 2019 al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Pubbliche Amministrazioni centrali e locali a imprese e cittadini", realizzata dal CNEL e recentemente presentata a Roma.
La Relazione riguarda i livelli e la qualità dei servizi offerti a cittadini e imprese dalle P.A. nazionali. Tra i numerosi settori presi in considerazione vi è anche quello relativo alla trasformazione digitale delle Amministrazioni nazionali, centrali e locali.
Il documento per la prima volta analizza le performance delle Amministrazioni comunali, delle Regioni a statuto ordinario, sotto il profilo dell'impegno finanziario delle Amministrazioni comunali (il livello di spesa per unità di servizio o pro capite) e sotto il profilo della quantità e qualità del servizio erogato alla cittadinanza (dati disponibili sulla piattaforma OpenCivitas -Ministero dell'Economia e delle Finanze e Banca d'Italia).
Nella relazione del Cnel, si legge anche che per rendere il miglioramento delle performance pubbliche utile all'incremento del benessere di tutti, cittadini, portatori di interesse, imprese, "occorre cambiare il paradigma di valutazione dell'azione pubblica" bisogna cioè far uscire le performance dal concetto di adempimento e dall'autoreferenzialità, contrastare la 'sindrome del 100%' delle performance individuali spostando il punto centrale verso rinnovate performance organizzative finalizzandole al valore pubblico.
L'Italia rimane il Paese europeo con grandi differenze: perdura il divario tra Nord e Sud e tra Amministrazione centrale che registra punte di eccellenza e quella locale dove, per discontinuità e inefficienza, l'innovazione è pochina.
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